giovedì 25 novembre 2010

QUESTO

QUESTO.

Parto con una piccola presa in giro perchè questo blog nasce proprio da una presa in giro. Ho cominciato a scriverlo stimolato dalla sfida e dalla scoperta di una persona che mi piaceva da morire. Lei scriveva, io scrivevo, e così ho cominciato a scoprirla partendo dal profondo. Nella mia vita l'uso degli altri come stimolo è da sempre una costante. Se sono con una persona dall'accento molto marcato, per esempio, finisco presto per influenzare il mio accento, è sempre stato così. Una volta mi dissero perfino che parlavo l'inglese con accento tedesco. Mica bene, ma forse era vero. La presa in giro di questo blog nasceva proprio dal lasciar delirare una parte di me che fosse solo mia, e lo scopo era quello di deriderla o lodarla più o meno ironicamente. In poco tempo però mi ritrovai a rovesciare su questa scrivania tutti i pezzi del mio puzzle, invitare gente a guardarli, ma soprattutto sperare che qualcuno mi aiutasse ad attaccarli. Ricordo che una volta alle medie nel disegnare un albero di natale partii dalle palline colorate, e il professore di artistica scosse la testa, dicendomi con aria di sfida che prima o poi una nota sarebbe riuscito a mettermela... Io spalancai le braccia e continuai. Sapevo che aveva ragione lui, sapevo che per disegnare una cosa si parte da uno schizzo, da una sagoma, da un contorno, eppure non me ne fregava nulla, io volevo partire dal centro, da ciò che mi interessava di più. In questa storia c'è molto della mia vita, c'è molto della mia voglia di partire dal cuore delle cose, bruciare le tappe, entrare subito nel vivo. Non mi interessa la competizione, il creare qualcosa di oggettivamente bello, quello che mi preme è fare qualcosa che sia mio, soggettivo. Il più delle volte ciò che creo è abbastanza terribile, ed è per questo che mi può bastare un complimento su qualcosa fatto da me per sentirmi volare e non sapere quanto ringraziare. A chi piace una cosa fatta da me inevitabilmente piaccio io, o a volte mi illudo che sia così. Già perchè spesso ho l'illusione facile e la delusione facilissima. La verità è che non avendo fatto delle buone fondamenta, non essendo partito a costruirmi dai contorni, oggi decisamente traballo e spando tutto quello che cerco di mettermi dentro. Sia chiaro, va bene così, cioè, il punto non è che io non accetti la mia imperfezione strutturale, semplicemente cerco di tappare le falle, ma forse con troppa sufficienza. Nel bene o nel male io sono vero. Son quello che si vede.
Questo blog sta diventando alla fine tutto un parlare di me, e non va bene. Nel senso che non vedo perchè annoiare la gente con discorsi per i quali per ascoltarli uno psicologo chiederebbe soldi. Quindi chiudo questo noioso post scrivendovi una cosa che un giorno ho scritto di me sul blog. Un giorno, infatti, di me ho scritto: questo.

Ciao

domenica 21 novembre 2010

Brutto Copia

Il problema è che ultimamente ho preso il vizio di fare la brutta copia. La brutta copia non l'ho mai fatta nemmeno nei temi delle superiori, anzi, prima ora si scrive, seconda ora si sistema col bianchetto la brutta per renderla bella, e vaffanculo! Terza ora? Compiti per l'ora seguente. Massima lunghezza del tema, due colonne e mezzo, oltre a quel livello uguale noia! E così avanti tutta, avanti in tutto. Senza brutta o senza bella? Mai vista una mia bella proprio bella bella, ma visto parecchie brutte con lati molto belli. Una donna con un corpo bellissimo e un naso da pugile dice paolini, la gioia dell'incompiuto, la meraviglia dell'imperfetto. A me non è mai piaciuto l'imperfetto. Forse son troppo esteta, i miei amici dicono scemo, io dico esteta, nel dubbio c'ho il cuore difficile ma altro di bocca buonissima e avanti...
Saluto l'inverno domandandomi il perchè non si possa nolleggiare una morosa nelle domeniche pomeriggio. Ma non per il corpo, per il cuore, perchè la domenica pomeriggio l'ho sempre vissuta in pomeriggi a due posti, ozio, affettuosità e docce. Film a volte. Gite raramente. Aperitivi, mai!
Roba mia, roba banale e noiosa, roba domenicale. E avanti. Musica, assolutamente.
Cuore rallenta la mente cammina, e la vorrei fermare, vorrei spegnere tutto per almeno un paio di settimane, vorrei essere stupido, intontito, senza reazioni. Due settimane da ameba. Easy. Ma non ci riesco e allora avanti. Non spingete, non toccatemi, lasciatemi stare che è meglio. Che poi mi prende la Luna e finisco per mandarvi a cagare e pentirmene.
Mento basso e cappello giù giù fino agli occhi, un passo dopo l'altro, rinchiuso tra le mie mani nelle tasche del giubbotto. Speranzoso di non trovar saluti. Soffiando dentro come un gatto. Vorrei avere la coda per segnalare quando mi girano i coglioni, e devo essere lasciato stare. Che poi non è che mi dispiacerebbe avere qualcuno che insista con me a volte. Forse lo ucciderei, ma con un'enorme stima nei suoi confronti per averci provato! Ma non è così che va e va bene anche così. Mi farò la pelle dura? Prima o poi? Intanto passa la voglia di tante cose e gli anni sembrano pesare di più. Ho sempre fatto l'errore di stare in mezzo a persone più piccole di me. Fratello maggiore spesso, ma che due coglioni... Stare con quelli più grandi ti fa sentire sempre in vantaggio, sempre giovane o comunque più giovane. E invece eccolo il più vecchio del quartiere, con un'amica di 4 anni più giovane di me che mi dice che ormai alla sua età... mi scapperebbe un vaffanculo ma resisto. Forse. Intanto penso spesso alla mia ex, la penso come un quadro di renoir, come un brano di de Andrè, come un panino in offerta con la cocacola o bibita a scelta, che non costa un cazzo e non sa da quasi niente. Ma che buono che era... No no forse faceva cagare. Vabbeh chissenefrega, o come dicevo da piccolo per imitare i miei amici vicentini: ceste!
Sto ascoltando i modena per la prima volta e ancora non capisco se mi piacciano un sacco o mi facciano davvero schifo, ma continuo ad ascoltare. Tante persone oggi non capisco se mi piacciano un sacco o mi facciano schifo... Mi rimbalza dentro la musica ma c'è qualcosa di diverso che non capisco. Forse sono troppo irrequieto per la musica oggi come oggi. Ritorno a dire che mi servirebbe un periodo di vacanza del cervello. Forse dovrei cominciare a drogarmi pesantemente. Non sto scherzando, non ci ho mai pensato così tanto come in questo periodo. Ma non so. Vabbeh, avanti.
Devo trovare il modo di scrivere un libro o sono rovinato, una brutta copia di qualcosa di buono. Avanti.

martedì 9 novembre 2010

ipotesi di un Mattia

Sono caduto da un'ipotesi e mi sono fatto male. Ma è un classico, vedo un seme, lo pianto, e amo già la pianta che sarà. Comincio ad arrampicarmi prima che sia reale, prima che la mia idea-di sia in grado di sostenermi. Ho accettato a tal punto l'ipotesi di me stesso, da sostituirla all'insoddisfazione del Mattia presente. Ho riposto talmente tanta fiducia in un cambio di vita futuro, da non cercare di ottenerlo adesso per paura di rovinare il sogno. E' un bel controsenso no? Forse l'apice del controsenso è il fatto che tutto questo io lo sappia. Ma allora chi prendo in giro? Non mi fermo troppo a pensare, piuttosto mi fermo a scrivere, ma non si scrive mai da fermi e quindi non mi fermo mai. Eppure chi mi vede mi descrive seduto in treno a guardare le persone. Il treno si muove, io no, o meglio, mi muovo solo in quanto nel treno. Va detto anche però che gli altri passeggeri qualcosa lo fanno, si muovono, e io li guardo, a volte li imito, sempre mi sforzo di non giudicarli, quasi mai ci riesco. Mi stordisco con la musica, mi stordisco con il sesso, principalmente mi stordisco con la vita degli altri. Aiutare gli altri è raccimolare spiccioli di riconoscenza. Mi lavo molto spesso. Mi faccio la barba molto poco. Taglio i miei capelli da solo ogni tanto. Gioco a pallone, navigo su internet, scrivo abbozzi di libri che puzzeranno presto come pesce fuori dal frigo e saranno buttati. Ascolto musica in un circolo arci sorseggiando vino rosso della casa. Batto il tempo a ritmo sul tavolo. Penso al mio xilofono. Idealizzo le persone ma senza forza di rimproverare altri che me stesso quando queste mi deludono, più o meno profondamente. Sono vittima, carnefice e guardia carceraria di me stesso. La mia fantasia non mi farà vivere ma sa farmi sopravvivere. Respiro. Il seme per caso germoglia? Mmm..direi di no, ma tanto ora che mi ci possa arrampicare per salire...tanto vale che lavori prima sul progetto ali, quelle sotto le quali "infilare la testa per dormire" e con cui magari un giorno provare a volare via...