Questo blog sta diventando alla fine tutto un parlare di me, e non va bene. Nel senso che non vedo perchè annoiare la gente con discorsi per i quali per ascoltarli uno psicologo chiederebbe soldi. Quindi chiudo questo noioso post scrivendovi una cosa che un giorno ho scritto di me sul blog. Un giorno, infatti, di me ho scritto: questo.
giovedì 25 novembre 2010
QUESTO
Questo blog sta diventando alla fine tutto un parlare di me, e non va bene. Nel senso che non vedo perchè annoiare la gente con discorsi per i quali per ascoltarli uno psicologo chiederebbe soldi. Quindi chiudo questo noioso post scrivendovi una cosa che un giorno ho scritto di me sul blog. Un giorno, infatti, di me ho scritto: questo.
domenica 21 novembre 2010
Brutto Copia
Devo trovare il modo di scrivere un libro o sono rovinato, una brutta copia di qualcosa di buono. Avanti.
martedì 9 novembre 2010
ipotesi di un Mattia
Sono caduto da un'ipotesi e mi sono fatto male. Ma è un classico, vedo un seme, lo pianto, e amo già la pianta che sarà. Comincio ad arrampicarmi prima che sia reale, prima che la mia idea-di sia in grado di sostenermi. Ho accettato a tal punto l'ipotesi di me stesso, da sostituirla all'insoddisfazione del Mattia presente. Ho riposto talmente tanta fiducia in un cambio di vita futuro, da non cercare di ottenerlo adesso per paura di rovinare il sogno. E' un bel controsenso no? Forse l'apice del controsenso è il fatto che tutto questo io lo sappia. Ma allora chi prendo in giro? Non mi fermo troppo a pensare, piuttosto mi fermo a scrivere, ma non si scrive mai da fermi e quindi non mi fermo mai. Eppure chi mi vede mi descrive seduto in treno a guardare le persone. Il treno si muove, io no, o meglio, mi muovo solo in quanto nel treno. Va detto anche però che gli altri passeggeri qualcosa lo fanno, si muovono, e io li guardo, a volte li imito, sempre mi sforzo di non giudicarli, quasi mai ci riesco. Mi stordisco con la musica, mi stordisco con il sesso, principalmente mi stordisco con la vita degli altri. Aiutare gli altri è raccimolare spiccioli di riconoscenza. Mi lavo molto spesso. Mi faccio la barba molto poco. Taglio i miei capelli da solo ogni tanto. Gioco a pallone, navigo su internet, scrivo abbozzi di libri che puzzeranno presto come pesce fuori dal frigo e saranno buttati. Ascolto musica in un circolo arci sorseggiando vino rosso della casa. Batto il tempo a ritmo sul tavolo. Penso al mio xilofono. Idealizzo le persone ma senza forza di rimproverare altri che me stesso quando queste mi deludono, più o meno profondamente. Sono vittima, carnefice e guardia carceraria di me stesso. La mia fantasia non mi farà vivere ma sa farmi sopravvivere. Respiro. Il seme per caso germoglia? Mmm..direi di no, ma tanto ora che mi ci possa arrampicare per salire...tanto vale che lavori prima sul progetto ali, quelle sotto le quali "infilare la testa per dormire" e con cui magari un giorno provare a volare via...