martedì 9 novembre 2010

ipotesi di un Mattia

Sono caduto da un'ipotesi e mi sono fatto male. Ma è un classico, vedo un seme, lo pianto, e amo già la pianta che sarà. Comincio ad arrampicarmi prima che sia reale, prima che la mia idea-di sia in grado di sostenermi. Ho accettato a tal punto l'ipotesi di me stesso, da sostituirla all'insoddisfazione del Mattia presente. Ho riposto talmente tanta fiducia in un cambio di vita futuro, da non cercare di ottenerlo adesso per paura di rovinare il sogno. E' un bel controsenso no? Forse l'apice del controsenso è il fatto che tutto questo io lo sappia. Ma allora chi prendo in giro? Non mi fermo troppo a pensare, piuttosto mi fermo a scrivere, ma non si scrive mai da fermi e quindi non mi fermo mai. Eppure chi mi vede mi descrive seduto in treno a guardare le persone. Il treno si muove, io no, o meglio, mi muovo solo in quanto nel treno. Va detto anche però che gli altri passeggeri qualcosa lo fanno, si muovono, e io li guardo, a volte li imito, sempre mi sforzo di non giudicarli, quasi mai ci riesco. Mi stordisco con la musica, mi stordisco con il sesso, principalmente mi stordisco con la vita degli altri. Aiutare gli altri è raccimolare spiccioli di riconoscenza. Mi lavo molto spesso. Mi faccio la barba molto poco. Taglio i miei capelli da solo ogni tanto. Gioco a pallone, navigo su internet, scrivo abbozzi di libri che puzzeranno presto come pesce fuori dal frigo e saranno buttati. Ascolto musica in un circolo arci sorseggiando vino rosso della casa. Batto il tempo a ritmo sul tavolo. Penso al mio xilofono. Idealizzo le persone ma senza forza di rimproverare altri che me stesso quando queste mi deludono, più o meno profondamente. Sono vittima, carnefice e guardia carceraria di me stesso. La mia fantasia non mi farà vivere ma sa farmi sopravvivere. Respiro. Il seme per caso germoglia? Mmm..direi di no, ma tanto ora che mi ci possa arrampicare per salire...tanto vale che lavori prima sul progetto ali, quelle sotto le quali "infilare la testa per dormire" e con cui magari un giorno provare a volare via...

3 commenti:

  1. Si idealizza per fuggire un pò dalla realtà, e mi pare più che scontato che quel che ti troverai davanti (nella vita di tutti i giorni) non sarà mai all'altezza dei tuoi sogni perfetti. Perfetti in quanto tuoi, frutto limpido del tuo desiderio. Se solo esistesse un buon compromesso tra un sogno e un dato reale...

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  2. Cambiare fa paura. Non tanto perchè si ha paura di fallire (anche se l'idea di essersi sopravvalutati non è il massimo!), non tanto perchè si ha paura del giudizio degli altri. Quello che fa più paura, a mio avviso, è quello che succede una volta raggiunto l'obiettivo. L'uomo non è mai soddisfatto se non per brevi periodi. e poi?? e se poi ti rendi conto di aver fatto quello che volevi, di esserci riuscito, ma in realtà nulla è cambiato? Se ti rendi conto che quel sogno non era esattamente quello che volevi??
    Così si tende a rimanere nella propria vita e a continuare a coltivare quel sogno che ci permette di evadere un pò da una realtà che ci sta stretta.

    Detto ciò(in modo poco filosofico) credo che dovresti rischiare. La vita non è statica e passi del tempo a guardare gli altri per non guardarti, ti occupi di loro e li aiuti, sperando che la loro gratitudine e il loro affetto riempiano il vuoto lasciato dal bene per te stesso che hai perso per strada.
    E non ti rendi conto che c'è sicuramente almeno una ragazza che è seduta dietro a te su quel treno e che ti osserva. Ha raccolto una parte di quello che tu hai lasciato per strada e farà tutto il possibile affinché tu lo possa ritrovare.

    Giulia.

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  3. Non credo che aiutare gli altri sia sempre un gesto con un principio egoistico!Finalizzato inconsciamente a raggiungere uno scopo che riguarda solo noi stessi.Lo può essere a volte...ma spesso è un impulso che viene da dentro quando vogliamo condividere qualcosa con qualcuno che ci sta a cuore e che non è in grado di farlo.Ci dispiace talmente tanto che questa persona stia male o sia in difficoltà che vogliamo tenderle la mano e vederla felice o quantomeno più tranquilla grazie anche solo ad una nostra parola!E questo nonostante non ci siano riconoscenza o soddisfazioni da parte sua.La vera gratitudine gliela si legge dentro.
    Quello di cui parli tu è un "do ut des" ed hai ragione che serve a sentirsi più utili...considerati e forse, perchè no, anche importanti per qualcuno!
    Ma le persone che ti stanno vicino non ti stanno chiedendo nulla in cambio.Forse solo un sorriso...e sentire che in te c'è un pò di speranza.
    Però tu hai puntato in alto:qualcosa dentro di te allora ogni tanto si accende.Anche solo per puntare e prendere la mira...poi che il risultato non sia quello che volevi non importa perchè sarà sicuramente migliore di quello che avresti raggiunto puntando più in basso o non puntando proprio!
    Allora adesso guarda bene,concentrati...secondo me sta spuntando un fiorellino...si si lì,lo vedi?E' vero...non sarà in grado di sostenerti come la pianta o le ali ma è tuo!L'hai fatto nascere e c'hai messo tutto il te stesso di adesso...quello che potevi!Ma se ci crederai un pochino di più ti accorgerai che è il fiore di un bellissimo pesco su cui potrai arrampicarti e salire in alto!E che ti darà frutti sui quali non avevi contato...!Ma infatti se ci pensi avevi saltato troppi passaggi...sei partito direttamente dal seme...ma "per fare un albero ci vuole un seme,per fare un seme ci vuole un frutto,per fare un frutto ci vuole un fiore!Per fare TUTTO ci vuole un fiore"!;)
    Cammina Mattia.Cammina.Ma un passettino alla volta...con pazienza...se no inciampi e ti fai male.E noi non lo vogliamo :)!Un abbraccio,con affetto.

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