domenica 22 maggio 2011

Mar, gherita

Questa è la storia di una bambina che non c'era più. Di uno spirito di profumo e vento che, cullandosi tra i capelli delle folle, alleggiava tra campi in fiore, cani che sorridono e luci di natale. Si chiamava Margherita l'origine di questo spirito, ed era una bambina vissuta tanti anni fa nell'antica Cartagine. La leggenda racconta di un cucciolo molto solo, ma educato in una famiglia importante, che aveva badato più ad istruirne la mente che a confortarne il cuore. Troppo grande per gli altri bambini e troppo piccola per i grandi, Margherita giocava con se stessa inventando giochi che i libri non potrebbero mai raccontare, giochi che farebbero balbettare il più abile scrittore. "Siete troppo piccini per capire" era la risposta che dava a chiunque chiedesse dei suoi giochi. Aveva capelli mori che correvano fino a bagnarne le spalle, ma ciò che più colpiva di lei erano gli occhioni con cui accoglieva il mondo nel cuore. Erano occhi che sembravano non sbattere mai le ciglia, da quanto scrutassero attenti tutto ciò che dal mondo richiedeva attenzione. E tutto richiedeva attenzione ad una persona così attenta, almeno quanto tutto sembrava inutile ad una persona che si professasse normale. Si potrebbe dire che la collana che portava sempre con sè fosse un ricordo di sua madre. Non che sua madre non fosse viva e presente, ma era come se per lei fosse morta tanti anni prima, visto che nella sua immaginazione aveva inventato una madre diversa, eterea, dolce e affettuosa. Il collegamento tra le due donne, quella reale e quella immaginaria, era quella collana di perle che portava sempre con sè. La piccola si divertiva ad imprigionare in ogni perla tutti gli stupori del giorno, e la notte quando andava a coricarsi, stringendo la collana, era convinta di far entrare tutto nei sogni e possedere la bellezza delle cose del mondo. Nelle sue perle c'erano i sorrisi degli anziani del porto, le voci del mercato, i colori della natura. Era proprio immersa in uno di questi giochi il giorno in cui, a 13 anni, scappò di casa alle 5 di mattina per accogliere in riva al mare l'arrivo della rosea alba estiva. Si sedette ad aspettare domandandosi se le perle sarebbero state sufficientemente grandi, per tutto lo spettacolo meraviglioso di cui aveva letto soltanto nei libri fino a quel giorno. Solo a dire la parola alba sorrideva impaziente. "Non hai freddo tesoro?" le disse una voce lontana all'improvviso. E, prima che ella potesse capire, si ritrovò in una conversazione meravigliosa con un interlocutore che non poteva vedere ma che la circondava. "Non avere paura, sono il mare, e sono qui per farti compagnia". "Ciao mare, sono felice che tu mi parli. avevo un po' paura a ritrovarmi così sola qui". La capacità dei bambini di arrendersi all'evidenza è l'unica porta d' ingresso per la magia. Perchè non è vero che il mare ancor oggi non ci chiami e chieda compagnia, ma siamo talmente abituati a non poterla considerare una cosa vera, che subito ridiamo di noi stessi o ci diamo dei pazzi. Per la piccola era invece normale, normale come immergere i piedi e sentire che l'acqua già calda aiutava a sentirsi più belli e felici. "Pensi di mettere tutto lo spettacolo che vedrai in una sola delle tue perle? credi veramente che ci stara tutto? " "Non lo so " rispose lei " ma in effetti credo di no. Ho portato una scatolina con me però! E' quella blu in cui ho trovato la collana... E' piccina ma spero basti. Tu ci vieni nelle mie perle?" "Il mare rimase in silenzio ripetendo solo il suo gentile fruscio di onde. " io ci verrei ma tu mi porteresti tra uomini orribili, che mi tratterebbero come la perla di una collana di una bambina a cui non crederebbero mai. ma tu invece non credi di meritare di più?" Ora era lei a tacere, e mentre il sole ogni tanto usciva emozionato a sbirciare la platea, lei si rivolse al mare con tono dolce ma determinato "potresti portarmi via con te dove possa sentirmi viva e compresa?" "Il mare allora si spinse fino a bagnarne le ginocchia e dicendole di rilassarsi divenne per lei come una coperta. "Avrò cura di te. Non ti porterò in giro per il mondo, ti porterò nei luoghi più delicati, ampi e meravigliosi. Ti porterò laddove le persone mi inseriscono come ricordo. Ti farò vagare nelle sensazioni, nei sospiri dedicati al mare. Ti porterò dentro anche chi crede di avermi relegato in un angolo innocuo, e tu lì urlerai ancora più forte il mio nome. Con la tua voce giovane darai gioventù alle persone, ricorderai me, ricordando quando anche loro come te sapevano emozionarsi, stupirsi e piangere di serenità." Margherita accetto e cominciò il suo viaggio infinito nelle profondità delle persone, nei ricordi di gioia e spensieratezza. Oggi vive parlando direttamente coi sogni dei bambini che non ci sono più. E quando trova un cuore più cocciuto, ostinato a non farsi coccolare, lei rincuorando il bambino che accarezza, sussurra quello che sussurrava sempre a chi le chiedesse dei suoi giochi "Sei troppo piccino per capire". I grandi dicono che Margherita sia annegata in mare a 13 anni sulla spiaggia di Cartagine. Tu cosa dici?

1 commento:

  1. Io dico che Margherita non è affatto morta. Vive in tante persone, dovremmo solo ascoltarla di più e permetterle di esprimersi. Forse abbiamo paura di lei?

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